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Dal 2014 a oggi l’Emilia-Romagna è la Regione che cresce di più in Italia. Sia dal punto di vista economico, sia da quello sociale, registrando dati che la collocano sopra la media nazionale e ai livelli delle regioni europee più avanzate. Questo nonostante le drammatiche avversità degli ultimi dieci anni: la ricostruzione post sisma del 2012, la pandemia, la crisi energetica fino alla drammatica alluvione in Romagna del 2023, eventi che hanno segnato il territorio e le comunità emiliano-romagnole, in grado, però, di superarle e, numeri alla mando, mostrarsi più forte di prima.

A ricordarlo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, durante l’ultimo incontro del mandato del Patto per il Lavoro e per il Clima, ieri mattina (11 luglio) a Bologna, nato come Patto per il Lavoro nel 2015 e ‘ampliato’ nel 2020 ai temi della sostenibilità.

Il Patto per il Lavoro e il Clima è uno strumento unico in Italia che riunisce oltre 60 realtà – tra istituzioni, forze economiche, organizzazioni sindacali e del terzo settore, mondo della scuola e dell’università, istituti di ricerca, camere di commercio e banche – e rappresenta il luogo operativo di confronto e condivisione delle politiche realizzate in questi anni in Emilia-Romagna per generare nuovo lavoro di qualità, accompagnare la transizione ecologica e digitale, contrastare le diseguaglianze territoriali, sociali, di genere e generazionali.

“I risultati raggiunti in questi anni – ha ricordato Bonaccini – non sarebbero stati tali senza la decisiva spinta di idee e proposte arrivata da tutte le parti sociali, i territori, l’intero sistema regionale riunito nel Patto per il Lavoro e per il Clima. In grado di fare squadra per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e competere con le migliori esperienze nel mondo e un obiettivo chiaro: perseguire la piena sostenibilità sociale, economica, ambientale, creare nuova e buona occupazione. Condividere tutte le più importanti scelte strategiche ci ha permesso di rispondere in modo più puntale alle esigenze dei territori, anche con investimenti strategici per cittadini e imprese, e di creare nuove opportunità di sviluppo e di progresso. Ciò sostenendo convintamente la crescita e il contrastare alle diseguaglianze, accelerando la trasformazione dell’economia e della società in una prospettiva di sostenibilità. E siamo così riusciti a superare i momenti più difficili, uscendone, anzi, più forti di prima. Ecco perché mi auguro che questo strumento possa essere notato e magari adottato anche a livello nazionale, per il bene del Paese”.

I numeri macroeconomici parlano chiaro. In due lustri la forza lavoro è cresciuta di 62 mila unità (+3%), gli occupati sono 130 mila in più (+6,9%), il numero le persone in cerca di occupazione è sceso del 39,2%, il tasso di occupazione 20-64 anni è passato dal 70,7% al 75,9% (quello femminile dal 63 al 69,1%), il tasso di disoccupazione è sceso dal 8,4% al 5%. Inoltre, il Pil è cresciuto dell’11,2% e l’Export è cresciuto del 31,8%: ogni abitante dell’Emilia-Romagna sporta per 19,1 mila euro a fronte di un veneto 16,88 mila e di un lombardo 16,28 mila: il saldo commerciale regionale è il doppio di quello della seconda Regione, oltre 35 milioni di euro, contro i 19 milioni del Veneto.

E poi ci sono le persone. È in crescita la quota di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata. Il rischio di povertà o esclusione sociale è tra i più bassi in Italia e in Europa passando dal 14% del 2019 al 7,4% di oggi. Nel 2023 hanno intercettato in regione il 10,95% delle persone di 65 anni ed oltre, nel 2014 erano l’8,9%. Superiore sia al dato medio delle regioni del Nord (9,19%) sia al dato medio nazionale (8,36%). Quasi dimezzata la dispersione scolastica, passando dal 13,2% al 7,3%, i Neet scendono dal 20,6% all’11%. E ancora: l’indice di copertura degli asili nido è pari al 46,2%, in crescita costante negli ultimi anni, oltre dieci punti percentuali in più rispetto al 2014/2015 quando era al 35,5%.

Dati positivi anche sul versante della sostenibilità e dell’ambiente. Nel 2023 i livelli misurati dalla rete regionale della qualità dell’aria hanno fatto segnare concentrazioni medie inferiori a quelle osservate nell’ultimo quinquennio, così come i valori medi annuali delle polveri, PM10 e PM2.5, risultano ampiamente entro i limiti di legge. E per la prima volta, è stato rispettato il numero di giorni con superamento del valore limite giornaliero di PM10 in tutte le stazioni. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, infine, la percentuale di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato rispetto al totale dei rifiuti urbani ha avuto un incremento pressoché costante passando dal 58,2% del 2014 al 77,2% del 2023, con un +3,2% rispetto all’anno precedente (2022).

“Investire sulle persone, il capitale umano, è stata e resta la priorità – ha aggiunto Bonaccini -. Lo abbiamo sempre fatto e stiamo accelerando in modo costante e progressivo. Con la consapevolezza che in un decennio la popolazione regionale è aumentata di 21 mila persone (+0,51%) e l’Emilia-Romagna si posiziona tra le poche regioni italiane a sorridere in un Paese che vive un lungo inverno della demografia. Perciò bisogna sempre partire dalle persone: in un Paese dove non si fanno figli, bisogna sostenere chi sceglie di farlo e poi offrire a quelle bambine e a quei bambini il massimo dei diritti e delle opportunità. E investire sul capitale umano, come abbiamo fatto con la Legge per l’attrazione e il trattenimento dei talenti, unica nel proprio genere e la Legge per l’attrattività per le aziende che vogliono venire a investire nel nostro territorio che, non a caso, in questi anni è diventato la nuova ‘casa’ di decine e decine di imprese di livello internazionale”.

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