Da un lato il governo inonda gli enti locali di fondi europei (Pnrr) per la costruzione di nuove opere pubbliche, dall’altro taglia senza pietà i trasferimenti correnti, quelli cioè che servono a pagare i servizi garantiti daiComuni ai cittadini. E a soffrire particolarmentesarebbero proprio i comuni più virtuosi nella spesa dei fondi Pnrr. E’ questa la denuncia, gravida di preoccupazione, dell’assessore comunale al bilancio Camillo Acerbi, che quantifica in ben 575.000 i contribuiti che Cesena perderebbe ogni anno.
“Sabato scorso – spiega Acerbi – sono stati finalmente pubblicati dal Ministero degli Interni i prospetti con gli importi che verranno tagliati ai Comuni nell’ambito della misura di “contributo degli Enti Locali alla finanza pubblica dello Stato”, prevista dalla Legge Finanziaria 2024 e da subito oggetto di vibranti proteste bipartisan da parte di Sindaci di tutta Italia”. Gli enti locali hanno contestato il taglio complessivo
di 200 milioni in un quinquennio, ma ancor di più il criterio di penalizzare i Comuni più efficienti nell’utilizzo delle risorse Pnrr secondo il principio che “chi ha avuto più soldi dall’Europa ha meno bisogno di soldi dallo Stato”. Ma Acerbi osserva che si tratta di due ambiti senza relazioni: le risorse del Pnrr, infatti, sono vincolate alla realizzazione di nuove opere pubbliche (costruzione di scuole, impianti sportivi), mentre i tagli del Governo vengono effettuati sui trasferimenti correnti (quelli, cioè, necessari a coprire i servizi che i Comuni offrono quotidianamente ai loro cittadini).
“Ci si attendeva, dunque – prosegeu Acerbi – che tanto sull’importo complessivo, quanto sull’ipotesi di riparto vi fosse un ripensamento, trattandosi di cifre tali da mettere realmente in crisi gli enti locali, già duramente colpiti dagli aumenti dell’inflazione (+16% negli ultimi 3 anni) e del costo del personale (a seguito del rinnovo del contratto nazionale). Per il Comune di Cesena, particolarmente virtuoso nell’ottenere finanziamenti PNRR, e dunque particolarmente penalizzato, si era stata stimato un taglio dialmeno 360.000 all’anno, aggiuntivo rispetto all’altra misura attivata nel 2024, la cosiddetta “spending review informatica”, che – sulla base di presunti risparmi derivanti dalla digitalizzazione – già tagliava 157.000 euro”.
A conti fatti, secondo l’assessore al bilancio, va peggio del previsto: “Non soltanto non c’è stata alcuna inversione di tendenza, ma anzi l’effetto punitivo sugli enti virtuosi Pnrr si è rivelato ancora più grave, con un taglio per Cesena pari a 418.000 euro annui. Aggiunti ai 157.000 dell’altra misura attivata, si arriva dunque a 575.000 euro all’anno, che il nostro Comune perderà come ‘contributo degli Enti Locali alla finanza pubblica dello Stato’”.
“Si tratta – conclude Averbi – di un importo rilevantissimo, che avrà pesante impatto su servizi anche primari che i Comuni offrono a cittadini e imprese.E’ora dunque evidente che le preoccupazioni espresse nello scorso mese di maggio, e bollate da qualcuno come fake news elettorali, erano invece pienamente giustificate”.
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