di Dan.Bo.
In Umbria quasi tre contribuenti su quattro hanno versato un importo Irpef inferiore a quello medio nazionale, a ulteriore testimonianza del fatto che nella regione si guadagna meno che nel resto del paese. Il dato emerge da un’analisi della Cgia di Mestre che ha preso in esame i dati Irpef relativi al 2022.
I dati Con il 73 per cento di contribuenti sotto la media l’Umbria risulta essere – Marche a parte – l’ultima regione del Centro-Nord, con percentuali che oscillano dal 60 per cento della Provincia autonoma di Bolzano fino all’84 per cento delle Marche. Andando a guardare i dati delle 107 province italiane, Perugia si piazza al 58esimo posto con un reddito medio pari a 21.707 euro e un importo Irpef pari a 4.709 euro; Terni è 56esima rispettivamente con 21.504 e 4.721 euro. A livello nazionale invece il reddito medio è di 23.633 euro, con oscillazioni che vanno dai 17.351 euro del Sud Sardegna ai 32.287 della provincia di Milano. L’Irpef media ammonta invece a 5.381 euro. Quanto invece alla tipologia dei contribuenti, nella provincia di Perugia quelli con reddito da lavoro dipendente sono 274.963, con reddito da pensione 178.979, gli autonomi 19.486 e quelli con reddito da partecipazione 27.015; in quella di Terni invece si parla rispettivamente di 86.390, 63.536, 6.574 e 6.882 persone.
In Italia A livello nazionale il record per l’imposta media delle persone fisiche è nella provincia di Milano con 8.527 euro, seguita da Roma (7.092), Monza-Brianza (6.574), Bolzano (6.472) e Bologna (6.323). All’estremo opposto invece c’è la provincia del Sud Sardegna con 3.338 euro. Ovviamente «i territori dove il prelievo Irpef medio è più importante – nota l’ufficio studi dell’associazione degli artigiani – sono anche quelli dove i livelli di reddito sono più elevati. Va altresì segnalato che, verosimilmente, dove si paga di più, la qualità e la quantità dei servizi erogati dalle Amministrazioni pubbliche di questi territori spesso sono di rango superiore rispetto a quelli somministrati nelle altre aree del Paese dove si pagano meno tasse».
Pressione fiscale Nel complesso nel 2022 nelle casse dello Stato sono stati versati 174,2 miliardi di Irpef, alle quali andrebbero aggiunti circa 20 miliardi relativi alle detrazioni previste dalla legge; altri 28 riguardano oneri deducibili come contributi previdenziali, spese mediche per disabilità e così via. A livello europeo, spiega Cgia, l’Italia continua ad avere una pressione fiscale che è tra le più elevate: nel 2023, infatti, solo la Francia, il Belgio, la Danimarca e l’Austria hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. «Se a Parigi – scrive Cgia – la pressione fiscale era al 45,8 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,3 per cento, a Copenaghen al 44,5 per cento e a Vienna al 42,9 per cento».
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