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Qualche giorno fa, l’incontro pubblico in cui è emerso come al momento, in Valle d’Aosta, ci siano solamente cinque comunità energetiche rinnovabili, tutte private, di cui quattro portate avanti da Edileco.

Ora, una lettera aperta, rivolta a sindaci e parroci, per stimolare la discussione e l’interesse, in attesa che qualcosa si muova a livello istituzionale, visto peraltro che l’argomento (e in particolare la proposta di legge di Progetto civico progressista) sarà al centro della quarta commissione regionale di martedì.

Comunità energetiche rinnovabili: lettera a sindaci e parrocchie

Insomma, è ormai in aperto forcing sulle Comunità energetiche rinnovabili Rete Civica, che in ultima istanza, appunto, ha inviato una lettera a aperta a sindaci e parrocchie della nostra regione per accendere ulteriormente i fari sulla questione.

Secondo il movimento, non è più rinviabile, per la Valle, la necessità di mettere nel mirino le opportunità offerte dalla normativa europea e italiana sulle Cer, «avvenimenti di notevole rilevanza e una grande opportunità per uno sviluppo sostenibile, inclusivo e generativo dei nostri territori».

Rete Civica pone l’accento su un nuovo «modello di produzione, fruizione e condivisione dell’energia», basato su tanti impianti diffusi e «demoraticamente partecipato» e (per andare con il Vademecum di Anci) «basato sul ricorso a fonti locali e rinnovabili, sulla prossimità della produzione ai consumi e sull’utilizzo della rete per condividere l’energia elettrica e valorizzarla sul mercato».

CER: i benefici

Rete Civica ricorda tutti i benefici presumibilmente apportati dalle Comunità energetiche rinnovabili, a cominciare da quello ambientale, passando per quelli economico, sociale («risorsa per combattere la povertà energetica»), socio-economico (tanti «posti di lavoro» portati dalle nuove professioni) e civico.

Al movimento, come già ribadito durante la serata pubblica, non va molto giù il fatto che dall’apertura del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), avvenuta ad aprile, stiano arrivando centinaia di richieste di contributo statale per le Cer da tutta Italia, ma solamente cinque (come detto) dalla Valle d’Aosta, tutte di iniziativa privata, di cui quattro presentate da Edileco.

Da qui il tentativo di spinta verso enti locali, parrocchie o diocesi, come sta avvenendo nel resto dello Stivale.

«Riteniamo che l’opportunità non vada sciupata neanche in Valle d’Aosta – spiegano i firmatari Massimiliano Kratter, Chiara Minelli ed Elio Riccarand -. Sindaci e parroci devono essere in prima fila a proporre la formazione o la partecipazione di Cer sul loro territorio».

Ricordato come alla Cer si possa prendere parte come produttore o come consumatore, Rete Civica conclude.

«È una pratica di ecologia integrale che soddisfa obiettivi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Immaginiamo una Valle in cui la stragrande maggioranza degli abitanti partecipi a una Cer e la nostra diventi una Eco-Regione, che funziona solo con energia pulita».

(al.bi.)

 

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