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Legambiente: “La Sardegna non perda l’opportunità di diventare la prima regione italiana 100% rinnovabile, con un processo condiviso e partecipato che veda nella tutela del paesaggio e dell’identità culturale le basi da cui partire. 

Ci sono le condizioni per fare presto e bene, approvando entro l’anno l’aggiornamento del PEARS e individuando le aree idonee contestualmente all’estensione del PPR alle aree interne.   

Su contrasto alla crisi climatica, è positivo l’aggiornamento da parte della Sardegna della propria Strategia di adattamento. Ora è importante che esperti, comunità locali  

e associazioni lavorino per definire strategie locali e azioni concrete” 

 

Goletta Verde di Legambiente sbarca in Sardegna, a Olbia, per la terza tappa del suo viaggio lungo il periplo dell’Italia in difesa del mare e delle coste. Al centro del primo giorno di tappa il tema delle energie rinnovabili, che rappresentano il futuro energetico del Paese su cui è importante accelerare il passo anche a livello territoriale. Per Legambiente la Sardegna può diventare la prima regione italiana 100% rinnovabile, con un processo condiviso e partecipato che assuma biodiversità, paesaggio e patrimonio culturale come base imprescindibile. Cogliere questa grande opportunità promuovendo una filiera delle rinnovabili in Sardegna, che avrebbe importanti ricadute sociali ed economiche, consentendo la creazione di nuovi posti di lavoro insieme al raggiungimento degli obiettivi climatici.  

 

La Sardegna farà la sua parte, attivandosi intanto per raggiungere i 6,2 GW di potenza installata aggiuntiva al 2030, necessari ad abbandonare le fonti fossili, e attrezzandosi per valutare tra i tanti progetti attualmente presentati quelli coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione e di rafforzamento del capitale naturale, sociale, economico. 

Occorre fare in fretta, però, utilizzando gli strumenti subito disponibili per dare risposte concrete alla crisi climatica e certezze alle imprese che propongono progetti validi, mentre va avanti l’azione pianificatoria organica dei “paesaggi energetici” che la Regione si appresta ad avviare. 

 

La Sardegna è ricca delle risorse che servono alla transizione ed ha quindi un grande potenziale da sfruttare per promuovere il suo sviluppo: lo dimostrano i tanti progetti presentati. Guardando solo all’eolico offshore, parliamo di almeno 31 richieste di connessione a Terna e 24 progetti presentati per 18 GW di potenza complessiva. Anche in questo caso si tratta di iniziative da valutare, tra l’altro spesso concentrate nelle stesse aree a causa di iter burocratici lunghi e farraginosi. Senza contare che proprio in questi giorni è stata approvata la legge regionale che prevede una sospensione di un anno e mezzo per i nuovi impianti di rinnovabili. Un tempo troppo lungo. Non serve cercare di frenare il cambiamento, ma bisogna governare i processi.   

 

Di questo si è parlato oggi in occasione del convegno organizzato presso la Lega Navale da Goletta Verde a Olbia dal titolo “Energia per il futuro – Governare i processi per scegliere e accelerare la transizione che vogliamo”, dove sono intervenuti Cinzia Sposito, Presidente Circolo Legambiente Gallura, Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde e segreteria nazionale Legambiente, Massimo Serafini, direttivo nazionale Legambiente, Donatella Spano, Università di Sassari, CMCC, Fabrizio Pilo, UniCA, Rosanna Laconi, Assessora della Difesa dell’Ambiente Regione Sardegna, Delfina Spiga, Direttrice generale della Difesa dell’Ambiente, Regione Sardegna, Massimo Satta, Sindaco di Buddusò, Francesco Ledda, Sindaco di Alà dei sardi, Francesco Ferrante, Alleanza Sardegna Rinnovabile, Maurizio Pitzolu, Referente Regionale Sardegna Italia Solare, Simone Togni, Presidente ANEV, Katiuscia Eroe, Responsabile Energia Legambiente e Marta Battaglia, Presidente Legambiente Sardegna. 

 

“La Sardegna – dichiara Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente – può diventare un ottimo laboratorio per essere la prima isola italiana 100% rinnovabile, senza passare per il gas fossile. È  evidente che, in mancanza di un quadro regolatorio e autorizzativo che dia regole e tempi certi a territori e imprese, si generano situazioni che possono spaventare i cittadini; bisogna non solo adeguare le normative, come chiediamo da anni, e dare strumenti idonei, ma anche fare in modo che tutte le Regioni, Sardegna compresa, giochino il loro ruolo da protagoniste della transizione energetica evitando di cavalcare fake news, di rallentare i processi e accompagnando il necessario cambiamento con una veloce approvazione delle aree idonee, ovvero quelle in cui sarà possibile realizzare gli impianti in tempi più veloci di quelli previsti, e non considerandole le uniche aree per la realizzazione degli impianti”.  

 

“La Sardegna – spiega Marta Battaglia Presidente Legambiente Sardegna sta già pagando il prezzo degli effetti dei cambiamenti climatici: quest’anno abbiamo una criticità forte per quanto riguarda la siccità, una situazione da affrontare urgentemente. La transizione energetica è necessaria proprio per fronteggiare gli impatti del cambiamento climatico, ma non va messa in concorrenza con il necessario cointeressamento delle comunità e con la tutela del paesaggio che, delle comunità, custodisce l’identità. Vogliamo metterci in gioco in primo piano, dialogando con cittadini, istituzioni e imprese, anche nell’ottica di vigilare che il processo di cambiamento avvenga nella maniera più giusta. Siamo consapevoli infatti che gli impianti, se da una parte coinvolgeranno una minima parte del territorio regionale, dall’altra insisteranno localmente sul territorio e dovranno essere quindi il risultato di una convergenza tra le esigenze di produzione e le aspettative delle comunità locali. Legambiente deve impegnarsi nel compito difficile, spesso anche impopolare, di rappresentare gli interessi generali, puntare al compito non impossibile di conciliare gli interessi sociali con quelli della tecnologia e del paesaggio con i suoi valori e la sua funzione culturale ed economica. 

 

In questo percorso, è importante anche che la Sardegna punti sempre di più sulle fonti rinnovabili abbandonando le fonti fossili. Nel contesto del mix energetico italiano, ad oggi è una Regione però   a forte trazione energetica fossile. A fronte di una domanda elettrica pari a 8.922 GWh del 2022, copre i suoi fabbisogni grazie a 2.388,97 MW di potenza installata da termoelettrico in grado di produrre 9.951,47 GWh. Il maggior contributo, prendendo sempre come anno di riferimento il 2022, arriva dal carbone con 4.713,10 GWh di produzione elettrica, seguita dal petrolio con 309,70 GWh. Sul fronte gas fossile, che contribuisce appena con 7,9 GWh, la Regione Sardegna rappresenta un unicum. Questa è, infatti, l’unica in Italia a non avere un’infrastruttura ramificata di gas fossile. Piccole quantità di gas vengono oggi utilizzate attraverso il deposito costiero nel porto industriale di Santa Giusta, tramite importazioni di GPL e aria propanata – prevalentemente ad uso domestico e industriale -, ma senza coprire l’intera isola. A questa capacità fossile e inquinante si accompagnano 1.095,72 MW di eolico, con una produzione di 1.660 GWh (pari al 18% della domanda), 1.141 MW di solare fotovoltaico e 1.357,20 GWh di produzione elettrica (ossia il 15,2%), nonché 467,85 MW di idroelettrico con 426,57 GWh di produzione. 

 

La lotta alla crisi climatica in Sardegna è un altro tema al centro del primo giorno di tappa di Goletta Verde.
L’urgenza di ridurre subito ed eliminare progressivamente le cause antropiche del cambiamento climatico non deve fa passare in secondo piano la necessità di prepararsi rispetto agli effetti del cambiamento in atto e rappresenta un’opportunità per aumentare la capacità di adattamento della nostra società all’aumento delle temperature, alla variazione delle precipitazioni e alla maggiore frequenza e intensità di eventi estremi come la siccità che la Sardegna sta fronteggiando in questi mesi. 

Le politiche climatiche internazionali hanno individuato la necessità di promuovere l’adozione di strategie e azioni di adattamento ambientale da intendere in primo luogo come ripensamento dei sistemi sociali ed economici. Ben venga l’aggiornamento, fatto lo scorso maggio, da parte della Regione Sardegna della propria Strategia di adattamento, già approvata nel 2019, e numerosi sono i territori, costieri e non, che si stanno cimentando con la predisposizione di strategie locali, supportati da importanti progetti di monitoraggio dello stato di salute della biodiversità, di acquisizione dei dati climatici, di coinvolgimento delle comunità. Una buona notizia, ma per Legambiente ora è fondamentale calare le strategie sui territori, a vari livelli e scale e con il coinvolgimento di tutto gli attori, per definire le azioni concrete con cui praticare l’adattamento a livello locale.  

 

Di questo si parlerà in sintesi nell’evento in programma oggi pomeriggio – ore 17.00 presso la Lega Navale – dal titolo “La tutela della biodiversità e la sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici nei territori costieri. Minacce, buone pratiche e prospettive per tutelare gli ecosistemi marini e raggiungere gli obiettivi al 2030”. Parteciperanno Marta Battaglia, Presidente Legambiente Sardegna, Cinzia Sposito, Presidente Circolo Legambiente Gallura, Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde e segreteria nazionale Legambiente, Gianluca Cocco, Servizio SVASI, Regione Autonoma della Sardegna, Giorgio Querzoli, Responsabile Scientifico Legambiente Sardegna, Massimo Canu, Presidente AMP Tavolara, Elisa Farris, sindaca Comune di Orosei, Vania Erby, consulente progetto pilota “Andalas”, Maria Concetta Spada, Comune di Domus De Maria, Salvatore Ruiu, Sindaco del Comune di Posada, Rita Deretta, Sindaca del Comune di San Teodoro e Elena Casu,  progetti Life Elife e Delfi.

 

 

 

 

 

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