Quattordicimila domande accettate in due anni, per il 63% provenienti da giovani under 35: sono i numeri del Fondo di garanzia per la prima casa, istituito nel 2015 dal ministero dell’Economia grazie a un protocollo d’intesa con l’Associazione bancaria italiana (Abi).
«È uno strumento che non tutti conoscono, studiato per chi è alle prese con l’acquisto della prima abitazione e non ha abbastanza garanzie da offrire alla banca per chiedere il mutuo» spiegano dall’Abi. In questi casi lo Stato interviene e diventa garante per il 50% dell’importo richiesto.
Per i più giovani, o per chi ha una sola fonte di reddito, è un mezzo per ottenere il prestito senza ricorrere alla fideiussione di un genitore. «Tra il 2015 e il 2016 sono stati garantiti mutui per 1 miliardo e 300 milioni, ma lo stanziamento esistente può coprire finanziamenti per altri 10 miliardi» dicono dall’Abi. Ecco come funziona.
Chi può richiederlo
Chiunque richieda un mutuo fino a 250.000 euro per la prima casa che non sia un immobile di lusso, (categorie A1, A8 e A9). I genitori single con figli minori, le coppie in cui un componente è under 35, i lavoratori atipici sotto i 35 anni e chi abita in alloggi popolari hanno la precedenza in caso di esaurimento del Fondo. Per queste categorie, inoltre, il tasso di interesse applicato sul prestito non può superare le medie trimestrali rilevate dal ministero dell’Economia (attualmente il 2,65 per i tassi fissi e del 2,47 per i variabili).
Come fare domanda
Verifica che la tua banca sia tra quelle che hanno aderito all’iniziativa (l’elenco è sul sito consap.it, ma sono la maggioranza). Se al momento della richiesta del mutuo ti viene chiesta una garanzia aggiuntiva, scarica la domanda di accesso al Fondo e consegnala al funzionario. La richiesta non dà la certezza che il finanziamento verrà accordato e l’istituto valuterà comunque il tuo merito creditizio, verificherà cioè che tu sia in grado di sostenere la rata». L’esito arriva dopo qualche settimana.
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