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Bologna, 28 giugno 2024 – Una tecnica innovativa per rivoluzionare la terapia dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca, migliorando non solo la qualità di vita ma abbattendo i ricoveri ospedalieri del trenta per cento. Il Sant’Orsola coordina un progetto di ricerca, che comprende 23 partner europei,  finanziato con oltre 9,6 milioni di euro grazie ai fondi Horizon Europe.

Allo studio un dispositivo che, grazie ad un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale, è capace di integrare i dati clinici del paziente  con le indicazioni fornite da una serie di biomarcatori. L’obiettivo di Biotool-CHF, che dovrà essere realizzato nell’arco di cinque anni, è duplice: da un lato gli esperti intendono identificare uno o più biomarcatori utili a predire la congestione legata all’insufficienza cardiaca, definendo poi con l’aiuto dell’intelligenza artificiale un algoritmo capace di valutare lo stato di salute di un paziente in base alle sue caratteristiche cliniche e demografiche nonché dalla concentrazione ematica di questi stessi indicatori; dall’altro puntano a realizzare un prototipo diagnostico a misura di ambulatorio per misurare i livelli di questi biomarcatori a partire dai campioni di sangue raccolti con una semplice puntura di polpastrello che possano essere disponibili nei presidi sanitari del territorio e non solo in ospedale, quindi anche presso i medici di famiglia. 

L’insufficienza cardiaca

L’insufficienza cardiaca è una condizione cronica che soltanto in Europa interessa fino a 6,5 milioni di persone. È la principale causa di ospedalizzazione negli adulti e comporta un costo sanitario pari a 17 miliardi di euro all’anno. La mortalità è comparabile o superiore ai valori associati a diversi tumori e raggiunge il 70 per cento dei casi nelle fasi più avanzate della malattia.

Il personale sanitario durante i controlli a una paziente

L’obiettivo del progetto

L’ambizione di questo complesso progetto di ricerca è dunque quella di cambiare il paradigma della terapia farmacologica dei sintomi legati alla congestione, sviluppando una nuova strategia per identificare quali pazienti (e quando) necessitano effettivamente dei farmaci e in quali dosi vanno somministrati.

“Questo progetto ha la potenzialità di cambiare la pratica clinica nella gestione dello scompenso cardiaco cronico ed è un esempio virtuoso di efficace collaborazione tra enti di cura, ricerca e didattica pubblici e aziende private con obiettivi di produzione industriale – dichiara il dottor Luciano Potena, direttore dell’Unità operativa di Insufficienza cardiaca e Trapianti del Sant’Orsola e coordinatore del progetto –. Aver ricevuto questo finanziamento rappresenta un importante riconoscimento della capacità progettuale e scientifica dell’Ircss e dell’eccellenza della sanità pubblica, che con un adeguato supporto infrastrutturale è in grado non solo di rispondere alla mission assistenziale ma anche di guidare il progresso nella ricerca scientifica. Sottolineo il contributo cruciale dell’Univeristà di Bologna, che con il coordinamento del professor Igor Diemberger svolge un ruolo integrato fondamentale per la riuscita del progetto”.

Il personale sanitario al lavoro al Policlinico Sant'Orsola

Il personale sanitario al lavoro al Policlinico Sant’Orsola

I partner europei

In totale sono 23 i partner europei che collaborano al progetto: oltre Sant’Orsola, ci sono  l’University Medical Center di Groningen, il Karolinska University Hospital di Stoccolma, l’Assistance publique hopitaux di Parigi, l’University Medical Center di Lubiana, il Germans Trias i Pujol Research Institute, la National and Kapodistrian University di Atene, l’INCLIVA Foundation, la Katholieke Universiteit di Leuven, l’Onassios Cardiac Surgery Center, l’University Hospital Schleswig-Holstein di Kiel, l’University of Applied Sciences and Arts Northwestern Switzerland e l’Erasmus University Rotterdam. Completano la lista l’Istituto Superiore di Sanità, l’Institut national de la santé et de la recherche médicale di Parigi, l’European Clinical Research Infrastructure Network, l’Italian Association for Heart Failure, le Università di Brescia e di Bologna, la regione danese Hovedstaden, la Fondazione per il tuo cuore ONLUS e le aziende Predict4Health, Warrant Hub S.p.A. e IMA. Il colosso bolognese del packaging si occuperà in particolare della redazione di un business plan dettagliato capace di indicare anche i passi regolatori necessari a portare questo prototipo sul mercato commerciale.

La presentazione del progetto

Tra i presenti all’illustrazione del progetto, oltre al dottor Potena e al professor Diemberger, l’assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini; il direttore generale del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni, il direttore del Dimec (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche) dell’Università di Bologna,  Gianandrea Pasquinelli e il  direttore scientifico del Policlinico di Sant’Orsola, Marco Seri.

 

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