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Sembra esserci aria tesa tra Roma Capitale e Inps. Nonostante nel 2023 il Campidoglio abbia finalizzato l’acquisto di 120 unità immobiliari di proprietà dell’ente previdenziale, sborsando circa 15 milioni di euro, ad oggi i rapporti si stanno guastando.

Inps e gli sfratti

La causa sono le quotidiane ordinanze di sfratto che vengono eseguite dagli ufficiali giudiziari a carico di nuclei familiari in affitto proprio con Inps. Un tema già dibattuto durante una commissione patrimonio di aprile scorso e sul quale l’istituto previdenziale, che raccoglie i contributi di circa 25 milioni di italiani, aveva fornito rassicurazioni: “Non sfrattiamo a cuor leggero – dichiarava la dirigente Rita Di Paola – e anche se non abbiamo come missione principale il sociale, cerchiamo di tenere in considerazione le situazioni più gravi. Siamo disponibili a partecipare ad un tavolo di confronto con l’amministrazione per capire quali strategie portare avanti, tracciare una panoramica delle situazioni più gravi”. 

I casi di Magliana, Portuense e Cinecittà

Un mese dopo, però, solo il picchetto antisfratto organizzato da Asia-USB permetteva la sospensione dello sgombero (il secondo accesso da gennaio) di un’anziana inquilina malata di Parkinson, residente in via Calpurnio Fiamma. La 71enne, racconta il sindacato inquilini, vive nell’alloggio di Cinecittà da 16 anni ed è diventata morosa dopo l’aumento del canone d’affitto, troppo alto rispetto ai 400 euro di pensione percepiti dalla donna. A maggio si sono verificati altri due casi, sempre in zona Don Bosco-Cinecittà, a carico di una famiglie e di madre e figlia seguite dal centro di salute mentale dell’Asl. A gennaio sempre Asia-USB ha ottenuto il rinvio dello sfratto di un soggetto invalido civile in attesa di regolarizzazione. A ottobre 2023 RomaToday raccontava del rischio sfratto per 13 famiglie all’interno di una palazzina al Nuovo Salario. Per finire, in tutta la zona della Magliana sono centinaia gli alloggi di proprietà Inps e diversi i casi di famiglie che, non potendo riscattare l’alloggio in cui vivono, rischiano di essere mandate via. 

Zevi: “Mettono in strada casi anche gravi”

E così il Comune, che già fatica a star dietro a tutti i casi di nuclei familiari fragili in precarietà abitativa, rincorre le decisioni altrui. In questo caso Inps, ma anche gli ex enti previdenziali oggi fondazioni come Enpaia, Enpam o Enasarco non aiutano. E mentre gli uffici, come aveva affermato il direttore del dipartimento patrimonio Tommaso Antonucci, hanno un rapporto di “grande collaborazione” con Inps – soprattutto in vista del nuovo bando sull’housing sociale, che dovrebbe uscire entro la fine dell’estate – la parte politica ora tentenna. L’assessore Tobia Zevi, in occasione della presentazione del protocollo d’intesa tra Fondazione Roma e Campidoglio per il contributo all’affitto, rispondendo a RomaToday ha detto: “Il tema è che Inps, un ente pubblico, sta mettendo in strada moltissime persone, anche casi gravi come disabili e anziani. Per questo, parlando di bandi, dovremo capire quali sono le situazioni più critiche che saranno da tutelare”. 

Trombetti (Pd): “Atteggiamento intollerabile, si fermino”

Non ci va leggero neanche Yuri Trombetti, presidente della commissione casa: “Questo atteggiamento da parte degli enti previdenziali e nello specifico di Inps non è adeguato – dice a RomaToday – perché si mettono per strada persone con invalidità e figli minori, è intollerabile. Tanto più che abbiamo una interlocuzione aperta con Inps, da cui abbiamo comprato 120 case (non tutte in condizioni ottimali), abbiamo intenzione di comprarne altre e fare il bando Ers. Noi non vogliamo mettere in carico degli enti previdenziali l’emergenza abitativa, ma gli diciamo che noi facciamo la nostra parte comprando le case anche di chi non riesce a riscattarle e rischia lo sfratto. Nelle more del bando che sta uscendo, fermiamo le esecuzioni. Invece, nonostante una disponibilità palesata in commissione ad aprile, Inps ha inasprito questo atteggiamento. Ci troveranno lì, ad ogni accesso degli ufficiali giudiziari. Questo comportamento non va bene, sono enti che rispondono al governo e devono interloquire con il Comune”. 

Il Comune cerca le case, l’Inps deve venderle. La necessità fa virtù e frena (forse) anche gli sfratti

 

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