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Da domani quasi tre milioni di Partite Iva potranno scaricare il software del concordato biennale per sapere quanto dovranno pagare in più per mettersi in regola fiscalmente. Il conto, però, sarà tutt’altro che salato: il 15% al massimo su una piccola parte del nero realizzato l’anno precedente. Il regalo che il governo ha fatto ai lavoratori autonomi soggetti agli Isa (gli indici di affidabilità fiscale) prevede un contributo non particolarmente rilevante, viste le cifre in ballo, per mettersi al riparo dai controlli per due anni, e non imporrà tasse ulteriori se il reddito pattuito tra contribuente e Agenzia delle entrate alla fine sarà superiore.

Come funziona il software
La piattaforma che si potrà ottenere online avrà già alcuni dati caricati dall’Agenzia delle entrate e altri dovranno essere inseriti dai contribuenti o dagli intermediari. Una volta compilato il modulo, il file verrà inviato all’amministrazione che poi risponderà all’interessato con una proposta di reddito leggermente superiore a quella dell’anno precedente su cui pagare le imposte. Per aderire e firmare il patto con l’Agenzia c’è tempo fino al 31 ottobre.

Le aliquote
La bozza del decreto sugli adempimenti del concordato atteso in Consiglio dei ministri la prossima settimana, e in possesso de La Stampa, stabilisce le aliquote che scatteranno nei confronti dei contribuenti che aderiscono. Nell’acconto di novembre le Partite Iva pagheranno il 15% ai fini Irpef della differenza tra il reddito concordato con l’Agenzia attraverso il concordato e quello dichiarato lo scorso anno, e il 3% sull’Irap.

Il sommerso resta nascosto
Il tax gap dei 2,7 milioni di Partite Iva a cui si applicano gli Isa (gli ex studi di settore) arriva a 30 miliardi di euro, e secondo i dati del Mef gli autonomi evadono il 70% dell’imposta che dovrebbero versare. L’amministrazione finanziaria, con i dati delle dichiarazioni e gli strumenti tecnologici che possiede, sa chi potenzialmente fa il furbo e di quanto. Basta consultare le statistiche pubblicate dal Dipartimento delle Finanze per farsi un’idea di come il fenomeno sia capillare e trasversale. Chi ha un voto Isa superiore all’8 vuol dire che è virtuoso fiscalmente, mentre un voto inferiore all’8 significa essere nell’area grigia dell’illegalità. Su 2,7 milioni di autonomi, più della metà ha un voto inferiore all’8: 1,5 milioni di contribuenti. La differenza in termini di reddito medio dichiarato è 78 mila euro per i virtuosi e 25 mila per gli infedeli.
Facciamo qualche esempio prendendo in considerazione le categorie con ricavi oltre i 30 mila euro nel 2022. I balneari con un voto Isa inferiore all’8 hanno un reddito di impresa medio di 14 mila euro, quelli con voto maggiore di 8 ben 49 mila euro, si tratta di 35 mila euro di differenza. Bar, gelaterie e pasticcerie “furbetti” dichiarano 9 mila euro contro i 34 mila dei virtuosi. Elettricisti e idraulici dell’area grigia 47 mila euro contro gli 83 mila dei loro colleghi che pagano tutto.

E ancora: I commercianti al dettaglio di abbigliamento, calzature e pelletteria con voto Isa sotto l’8 dichiarano 6 mila contro i 38 mila euro di chi ha un voto superiore all’8. Le gioiellerie 20 mila contro 49 mila euro. Le pelliccerie 5 mila contro 106 mila euro. I ristoranti 9 mila contro 53 mila. Questi dati mostrano chiaramente la mappatura dell’evasione italiana, ma il concordato per essere attrattivo non può chiedere troppo ai contribuenti infedeli, perché altrimenti questi non avrebbero il vantaggio di uscire allo scoperto visto che fino ad oggi nessuno gli ha mai contestato alcunchè. Come dice il vice ministro Maurizio Leo, padre del concordato, «l’amministrazione non chiederà tutto, sarà un percorso progressivo perché se c’è una differenza di 50 mila euro non può essere colmata di botto». Quindi, pur di racimolare qualche soldo da mettere a copertura della prossima legge di bilancio, di fatto il governo con questo strumento rischia di legittimare l’evasione.

Modello diverso per la Flat tax
Discorso diverso per i quasi 2 milioni di autonomi che applicano la flat tax: il loro software sarà pronto il 15 luglio e per loro il concordato – sempre volontario – durerà un solo anno. L’aliquota sostitutiva sulla differenza da pagare per le flat tax che accettano l’aumento di reddito proposto dall’Agenzia delle entrate sarà del 12% (il 4% per le nuove attività).

 

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