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Mercoledì 12 giugno 2024 – Presentato a Potenza dal direttore della filiale di Bankitalia, Gerardo Sansone, il rapporto trimestrale sull’economia lucana che fa registrare un rallentamento nel 2023: è aumentata dello 0,5% rispetto allo 0,7% del Mezzogiorno e allo 0,9% nazionale.
Per Sansone un rallentamento dovuto al calo nel settore dell’edilizia e dell’estrattivo.

Il segno meno più significativo nel valore aggiunto industriale che si è contrato dell’1,6%, sebbene le imprese abbiano potuto beneficiare della riduzione del costo dell’energia e delle minori difficoltà di approvvigionamento degli altri imput produttivi.

Nel comparto automobilistico, sebbene la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi sia leggermente cresciuta, rimangono contenute le vendite interne ed esterne.
le vendite interne ed esterne rimangono contenute.

Un altro dato che conferma il rallentamento dell’economia lucana nel 2023 è il calo nella produzione di petrolio e gas che – ha detto Sansone – determinerà una riduzione delle royalties di 20 milioni di euro.
Diminuiti gli investimenti delle imprese industriali, risentendo del peggioramento del quadro congiunturale, dell’aumento dei tassi d’interesse e delle condizioni di accesso al credito divenute più restrittive.

Nelle costruzioni il valore aggiunto ha continuato a crescere, benchè in misura meno intensa rispetto al biennio precedente.
Calo delle compravendite delle abitazioni (meno 9,4%), mentre il comparto delle opere pubbliche ha tratto vantaggio dal progredire della spesa per l’attuazione degli interventi del Pnrr.

Sansone ha fatto riferimento alla perdita del capitale umano in regione, che incide sia sui numeri della forza lavoro, sia in quelli dell’istruzione riguardo le immatricolazioni all’università”.
Per quanto riguarda l’occupazione, nel 2023 è cresciuta del 2,9 per cento specie nei settori dei servizi e delle costruzioni, ed è cresciuta del 3,3 per cento anche l’offerta di lavoro.

Per quanto riguarda il Pnrr, incoraggianti i dati che giungono dalle amministrazioni lucaneche hanno bandito gare per 870 milioni di euro, circa il 60 per cento delle risorse da bandire; tra novembre 2021 e febbraio 2024 sono stati aperti cantieri per un importo del 40 per cento dei bandi aggiudicati e conclusi il sette per cento di quelli avviati.

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Si è poi registrata una contrazione dello 0,3 per cento in termini reali del reddito disponibile, con un miglioramento negli ultimi mesi dell’anno per via del calo dell’inflazione.
Contratto anche il reddito disponibile delle famiglie lucane, causato anche dall’aumento dei prezzi che ha frenato i consumi.

Il direttore Sansone ha fatto riferimento anche al ridimensionamento della rete regionale degli sportelli bancari (6 unità in meno rispetto al 2022). Negli ultimi dieci anni il numero degli sportelli in rapporto ai residenti si è ridotto in Basilicata del 22%.

Dall’analisi di Bankitalia due dati positivi sull’economia lucana nel 2023: il valore aggiunto nel settore delle costruzioni (+3,2 per cento), anche se in maniera meno intensa dell’anno precedente per il minor ricorso agli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico e il calo delle compravendite di abitazioni; la crescita del 14,4 per cento nelle presenze turistiche.

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I COMMENTI
Fernardo Mega (segretario regionale Cgil Bsilicata)
“La fotografia scattata dalla Banca d’Italia sull’economia lucana non sorprende. Da mesi denunciamo lo stallo del governo regionale che a tutt’oggi è più preso dalla spartizione delle poltrone che dagli interessi dei lucani.
Molto probabilmente dovremmo infatti aspettare il risultato del ballottaggio al Comune di Potenza per avere finalmente la nuova giunta regionale.
Come denunciato da tempo dalla Cgil – afferma Mega – preoccupa il calo sull’automotive e sulle estrazioni petrolifere, ma anche sul turismo non c’è quella ripresa auspicata, specie nella città di Matera. In assenza di politiche industriali alternative, che tengano conto anche dei cambiamenti climatici e della transizione ecologica, senza investimenti nella formazione delle nuove maestranza e nell’innovazione si prevede un futuro tutt’altro che roseo per la Basilicata, dove incombe lo spopolamento.
L’allarme lanciato dalla Banca d’Italia – prosegue Mega – non fa altro che confermare le nostre continue denunce: nei prossimi anni, la partecipazione al mercato del lavoro potrebbe risentire fortemente del calo molto accentuato della popolazione e dell’innalzamento dell’età media. Altro aspetto altamente negativo riguarda la spesa delle risorse del Pnrr.
La Banca d’Italia ci dice che i soggetti attuatori pubblici per interventi in Basilicata sono quasi il doppio della media nazionale a livello pro capite. L
e amministrazioni hanno bandito gare nel periodo 2020-23 per un importo pari al 60 per cento delle risorse da sottoporre a gara ma tra queste poco meno dei due terzi risulta aggiudicata, oltre al fatto che la progressiva riduzione del personale, specie nella sanità, potrebbe ostacolare il potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ciò va ad offuscare ulteriormente il già poco limpido quadro della sanità lucana, su cui incombe lo spettro del commissariamento.
Ciò nonostante, – conclude Mega – il governo Bardi continua a rimandare la formazione della giunta, come se i problemi della Basilicata potessero aspettare”.

Vincenzo Cavallo (segretario regionale Cisl Basilicata)
“Il rapporto della Banca d’Italia conferma che l’economia lucana presenta ancora rilevanti zavorre strutturali che ne frenano il potenziale di crescita, a partire dalla progressiva perdita di capitale umano dovuta alla emorragia di giovani che scelgono di studiare e lavorare in altre regioni».
Cavallo sottolinea anche la forte dipendenza dell’economia regionale dalla performance di poche grandi imprese multinazionali.
Pur in un quadro positivo di crescita occupazionale – aggiunge il segretario della Cisl – la diagnosi della Banca d’Italia fa una radiografia accurata di un sistema economico che appare non in grado di sfruttare a pieno le sue potenzialità senza un indirizzo forte di politica industriale.
La crescita del 3 per cento degli occupati, che riguarda profili a bassa qualificazione, con redditi bassi e spesso non a tempo indeterminato, rende necessario un patto per la qualità del lavoro insieme alle parti datoriali nella convinzione che la qualità del lavoro sarà sempre più l’unico argine per fronteggiare la fuga del capitale umano.
Di qui la necessità per la prossima Giunta regionale di mettere in campo misure orientate al sostegno delle piccole e medie imprese, che in un’economia matura rappresentano un elemento di stabilizzazione del ciclo economico, nonché interventi nella direzione di un rafforzamento della filiera della conoscenza e di sostegno all’occupazione giovanile, a partire dalle aree interne. In tal senso vanno le proposte che la Cisl ha lanciato in campagna elettorale per un grande patto sociale che agganci le transizioni energetica e digitale alla crescita del sistema produttivo locale e allo sviluppo di nuove e più avanzate pratiche di partecipazione e contrattazione per valorizzare a pieno il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori al futuro di questa regione».

Vincenzo Tortorelli (segretario regionale Uil Basilicata)
“Non sarà certamente l’incremento, da prefisso telefonico, dell’economia regionale (più 0,5%) registrato nel 2023 dalla Banca d’Italia nel rapporto annuale presentato oggi ad introdurre elementi di rassicurazione.
Due gli elementi di maggiore preoccupazione: l’attività nel comparto automobilistico (Stellantis), seppur lievemente aumentata rispetto al 2022, è rimasta su livelli contenuti nel confronto storico; il settore idrocarburi ha registrato un calo della produzione e delle quotazioni degli idrocarburi.
Soprattutto il calo nell’estrazione di petrolio – aggiunge – è destinato a pesare in termini di royalties riconosciute ancora di più a seguito dell’operazione di anticipazione decisa dalla Giunta Regionale per ripianare i debiti nella sanità.
Anche nei settori costruzioni e del terziario l’andamento non è stato positivo.
I punti di debolezza indicati da Bankitalia – precisa Tortorelli – confermano l’andamento monitorato dall’Ufficio Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, questa volta aggiornato al primo quadrimestre 2024: sono state 2,7 milioni le ore di ammortizzatori sociali concesse in Basilicata, di cui la quasi totalità nell’industria (2,2 milioni), a seguire il commercio (344 mila ore) e l’edilizia (97mila).
Tra le due province Matera registra un incremento dell’85% delle ore di cig rispetto al primo quadrimestre dell’anno mentre Potenza un decremento netto di meno 83%. E’ sempre la cig straordinaria la più utilizzata (quasi 2 milioni di ore) seguita dall’ordinaria (700 mila) .
Quanto al mercato del lavoro – prosegue Tortorelli – il rapporto di Bankitalia rafforza la nostra valutazione: nei prossimi anni, la partecipazione al mercato del lavoro potrebbe risentire fortemente del calo molto accentuato della popolazione e dell’innalzamento dell’età media. Rinnoviamo pertanto l’invito al Presidente Bardi a ricostituire quanto più rapidamente la Giunta Regionale per avere interlocutori istituzionali con i quali affrontare tutte le problematiche sociali ed occupazionali per mettere in salvo la Basilicata, a partire dagli occupati a rischio di perdere il lavoro.
Infine – dice Tortorelli – se come riferisce Bankitalia le risorse assegnate nell’ambito del PNRR ai soggetti attuatori pubblici per interventi in Basilicata sono quasi il doppio della media nazionale a livello pro capite è indispensabile monitorare la spesa effettuata e le ricadute per l’occupazione e lo sviluppo economico”.

 

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